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Trentaquattresimo post

Martedì 24.04.2018, 7:55

APPUNTI RAPIDI di una bella giornata

Assieme alle stagioni dell’anno, è bello vedere come dentro di me si accavallino contemporaneamente le stagioni dell’anima. Sì, perchè questa primavera mi sta restituendo un po’ di quello che ho perso d’inverno, quando i sentimenti sbagliati ed a senso unico hanno cozzato ripetutamente su di me: ora si rinasce, e si rinasce in un modo molto bello, dove ogni giorno che passa l’umore migliora e, nonostante le difficoltà, mi consente di andare avanti.
Si rinasce svegliandosi la mattina con il bel tempo, dove il primo sole accarezza le nostre colline, sveglia con un sussurro gli alberi in fiore ed i suoi abitanti alati, richiama il gallo a cantare e l’asino a ragliare, in questo piccolo antro del nordest dove l’industria e la cementificazione non sono riusciti a distruggere ancora del tutto la vita agreste e rurale di questi popoli.
Si rinasce prendendo il treno, dai cui finestroni non si vede più un panorama grigio e spento, ma campi colorati, ed orizzonti illuminati, ed erba nuova che rinasce dal terreno, e papaveri rossi lungo la massicciata di un treno che da più di cent’anni non ha mai smesso di scorrere tra le due città.
Si rinasce incontrando amici e conoscenti, vecchie facce e nuove persone che come me la mattina scendono verso lezioni, laboratori, esercitazioni e talvolta esami. Incontrandoli lì, sul treno, ma anche giù, nella città dei dottori che sprizza vita ed energia come non mai in questi mesi, con feste, iniziative, attività sociali e realtà, tantissime realtà di movimento che proseguono con ancor più fervore quel moto continuo che le caratterizza. E’ anche la rinascita, in un certo senso, della vita politica che con molte difficoltà e altrettante speranze si rimette in moto, ritrovandosi, allargando le proprie fila, conoscendosi vicendevolmente.
Così si rinasce, con uno sbocciare di novità, di persone e situazioni nuove che lasciano scorgere orizzonti vastissimi ed infiniti, di varietà e pluralità inimmaginabili proprio come un papavero, che con i suoi semi darà vita ad altri dieci fratelli tutti diversi, ognuno con le sue imprevedibili singolarità tutte da scoprire.
E’ una rinascita dell’animo, la boccata d’ossigeno che avrei tanto sperato arrivasse e che finalmente -ed anche insperatamente- mi è stata concessa dal buffo destino. Una boccata che devo ingurgitare tutta, senza sprecarla, e che devo gustare con calma e pazienza, per assorbirne tutte le sfaccettature di bellezza senza perderne neanche un po’. Una boccata di sapori nuovi, tutti incredibilmente piacevoli, e di visi, risate e sorrisi, di momenti passati in compagnia di persone nuove e ritrovate, di serate al fresco della luna, sui monti o lungo il fiume, nell’incessante ricerca della propria identità. Un’identità, la nostra o almeno la mia, in continua mutevole evoluzione, come un fiume che gorgoglia tra le rapide e che si rilassa poco dopo, ma che sempre scorre, donando e ricevendo acqua con affluenti ed effluenti, in un continuo scambio di essenze. Un concentrato di vita, di sentimenti, di nuovi saperi e di esperienze che mi faranno crescere, che mi rendono ogni giorno più ricco e conscio di me stesso, tanto che passeggio con le tasche piene di nuovi saperi e la sera, a letto, fatico a riordinarli tutti. Un bel periodo, una vita serena, un’intermezzo felice di un film fino a qui un po’ cupo, che spero non si limiti ad essere solo spezzone, ma che prosegua come leitmotìv dei mesi che verranno. E’ bello sì, bello e difficile vivere, ma affrontare tali difficoltà vale la pena, perchè le gioie che raggiungiamo ci riempiono il petto di felicità come nessun’altra cosa mai farebbe.

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