Giovedì 31.07.2014
Rabbia e Felicità, questo deve regnare nel cuore
La rabbia di chi non chiude mai del tutto gli occhi quando dorme, di chi non teme nulla perché non ha paura ed è sicuro di se stesso, e non accetta ingiustizie, soprusi, irregolarità che rovinano il bene degli altri. La rabbia che ti fa tenere sempre la testa alta, anche quando perdi, la rabbia che ti fa battere il pugno sul tavolo e richiama all’ordine chi vorrebbe fuggire verso l’anarchia per i propri squallidi interessi, scavalcando il debole, il triste, il lavoratore nelle miniere di felicità che in quel momento non trova niente lungo i cunicoli che ha scavato, lo stanco. La rabbia che ti fa fare a pugni con lo squallidume di questa società senza un cuore, perché se è vero che tu al minatore triste non potrai dare la pepita che cerca, l’evitare che venga truffato gli risparmierà dolori che non merita. La rabbia di chi sa qual’è la Verità, e per questo talvolta è anche un po’ malinconico, ma grazie a quel prezioso sapere può evitare di subire ingiustizie, e quando le vede attuate su gli altri, lotta fino alla fine, per senso di responsabilità.
La gioia invece, è la gioia di chi vince sul sopraffattore, la gioia di chi non ha motivo di piangere, la gioia di chi balla con i suoi simili senza pensare che la massa lo sta guardando sbigottita, senza paura di dare spettacoli tragicomici davanti ad una platea di giudici mediatici, senza il timore di essere deriso, canzonato o ridicolizzato, perché non dev’esserci vergogna nell’essere felici, in qualsiasi modo la felicità trovi modo di manifestarsi. Ed è la gioia di fare del bene per gli altri, il senso di Comunità, di lavorare non per se stessi, ma per Loro: Loro si prendono cura di te, tu invece devi prenderti cura di loro, e devi fare tutto il necessario per permettere a loro di essere felici. Ed ogni sorriso sul loro volto, sia per una tua pagliacciata o per una parola di conforto davanti ad una sconfitta, sarà un battito del tuo cuore, un fremito del corpo, un senso di realizzazione ed un sorriso anche sul tuo volto. Perchè la vita è bella, non solo perché sia piena di gioie e di bellezze (anche se spesso non vogliamo vederle), ma perché in ogni piccola caduta c’è una mano che ti rialza, ed ogni volta che ci rialziamo impariamo a non cadere più. Sarà un caso? No, perché queste sono le essenze di gioia, che io cerco banalmente di esprimere sotto forma di scritto, con risultati presumo deludenti, ma quel che importa è provarci, perché se un giorno dovesi ricadere in basso, beh allora basterà ricordarsi come ci si alza da terra e non si dovrà più aver paura. Un folle ballo, o l’unico ballo reale, chi può saperlo se non se stessi?
Gioia e Rabbia, esistenti solo se in simbiosi, perché la Gioia scompare quando davanti ai nostri occhi regna la sopraffazione, e la rassegnazione che fa capolino nel nostro animo presto ci succhia via la voglia di sorridere, spingendoci a camminare a testa bassa in silenzio, senza voglia di ballare più; e la Rabbia senza gioia diventa qualcosa di negativo, un’ombra nera digrignante che sputa contro tutti indistintamente, senza uno scopo benevolo ma solamente con lo spirito di vendetta verso chi ha la Gioia. La Rabbia senza un fine, non è nemmeno lodevole.
Cosa fare allora, per non perderle tutte e due? Non abbassare mai la testa se il male si presenta davanti ai nostri occhi con veemente potenza, perché ciò che sembra invincibile lo è solo se decidiamo noi che lo sia, ma alzarla, e tirare pugni contro il grande muro nero dell’ipocrisia, della falsità, del doppiogiochismo, dell’interesse personale, dello squallore e del grigiore: anche se un pugno in pancia non lascerà nemmeno un graffio, dentro sconquassa tutto l’organismo, ed è su questa convinzione che dobbiamo basarci. Perchè anche un sassolino può sconfiggere un gigante, e se non lo sconfigge lo indebolisce. E ricordare, sempre, che se chi cade per terra vede il suo vicino rialzarsi fieramente, con un sorriso innocente in volto, anche lui si rialzerà senza paura.
Poi non perdere la capacità di gioire della vita, qualsiasi sia la disgrazia che ci possa capitare, questo non deve abbatterci, nè spingerci a terra, ma soprattutto non deve toglierci la capacità di vedere il sole del mattino, di sentire il canto della natura, di farci coccolare dalla freschezza dell’onda, di annusare l’odore della pioggia, di gustare il sapore del frutto appena colto, e poi, di sentire lo stupendo calore di un abbraccio, quell’unione di affetto che scalda anche il più ghiacciato ed affranto dei cuori, il gesto universale più antico dell’umanità.
Non perdiamo mai queste capacità e vivremo la nostra Vita. Certo inciamperemo, piangeremo, soffriremo a volte, spesso o di rado non conta: ogni caduta ci insegnerà a camminare meglio, finché non rovineremo più a terra, e sorrideremo al mondo come mai prima di allora. Cosa importa come ci presentiamo agli altri, se come pazzi schizzati, ebbri di calma follia, banali conformisti, buffi alternativi, silenziosi squilibrati o misteriose sfingi dal fascino terribilmente attrattivo? Ciò che non dobbiamo perdere è la Grinta nello scalare la montagna e la Felicità di gustare il panorama dall’alto, alla fine anche dalla cima.
Felicità e Rabbia
il succo di un anima
la mia
12:03