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Quarantaduesimo post

Sabato 13 Novembre 2021, ore 00:40

Ciao. Sono tornato.

Poggio lo zaino sulla sedia, sì, sempre lo stesso che da ormai cinque anni mi accompagna giorno per giorno lungo le giornate di studio – e non solo-. Ormai è logoro, inizia a rompersi sul fondo:il tempo passa anche per lui. Passa anche per me? Non lo so. So solo che scrivo a ruota stasera, come sempre faccio da ormai… 7 anni? quando ne ho bisogno, s’intende. E ne ho bisogno, già, perchè le tumultuose correnti del mio spirito anche oggi, anche stasera, mi agitano il petto, la mente, gli occhi spenti e seri che guardano fuori da questa finestra padovana. Bevo un po’, e penso. Che cosa sono? Dove voglio andare? Sono sempre queste le domande che si affastellano nella mia mente, temporaneamente sopite nei periodi in cui il mio umore galleggia sulla superficie delle acque, scaldandosi al sole, gustandosi la bellezza del panorama, la fresca brezza marina e la serenità di una vita comune, con le sue gioie, le sue occasioncelle, la sua quotidianità fatta di relazioni interpersonali, socialità, cazzatine, racconti, scherzi, fatiche e gioie. Galleggio ed ho galleggiato abbastanza bene in questo 2021, devo dire. Galleggio senza soffrire, almeno non troppo, e senza pensare ai miei dolori, i dubbi, le preoccupazioni e le grandi domande che mi porto dentro. Poi che succede? beh, succede che qualche inaspettata onda, od un repentino cambio di meteo, ti portano a cascare giù, sott’acqua. magari non del tutto, magari solo ci metti il piede, in acqua. ma magari ci caschi di più, fino al bacino, fino alla pancia, fino alle spalle. E allora che succede?Se tocchi, in un modo o nell’altro riuscirai a tornare a riva, o a rimetterti comodamente a galleggiare, mentre se non tocchi… hehe! Lì devi saper nuotare.
Io ora come sono messo? Tocco sul fondale, o devo iniziare ad annaspare verso riva? Che domande. Belle domande. Ovviamente non so rispondere. So che c’è un ennesima lei che mi ha scombussolato i sentimenti, anche se di poco, ma l’ha fatto, in queste settimane. E per l’ennesima volta, il mio desiderio profondo di instaurare rapporti veri, autentici e solidi con chi sento essere affine a me, mi ha portato a crederci e a sperarci, a giocare un po’ di me stesso in questa partita. Ennesima come ennesime saranno tutte le prossime, ormai lo so. E saranno tante, sì, perchè tanto è il mio desiderio di abbracciare con il mio spirito e con tutta la mia emotività una lei, così tanto che non saranno -ahimè- i dolori che proverò e che provo tuttora a costringermi alla resa. Perchè è bello volersi bene. E’bello pensare ad una persona durante la giornata. E’ bello immaginarla, tuffarsi nei suoi dubbi e nella sua vita, ed accoccolandosi sulla cima di una collinetta, guardare in silenzio la bellezza del panorama che è la sua anima. Spontaneo come un bambino, ingnuo, e felice. Protoamore? Forse sì, ormai ho imparato a conoscermi e a conoscere questi sentimenti. Per carità, non li conosco abbastanza e non li conoscerò forse mai abbastanza, ma i segnali, gli spettri, i picchi che percepisco sono significativi di qualcosa che non è nuovo nella mia memoria. Ed anche se dentro di me sento che sarà sicuramente solo l’ennesimo dolore, l’ennesima delusione, c’è sempre quella fiammella che, rimanendo accesa, lascia uno spiragio di luce. Una luce masochista, qualcuno direbbe. Una luce che conosco, che non si spegne se lo voglio, dico io. E sai che mi dico? Mi dico che nonostante tutto la bellezza di questa luce vale le sofferenzeche -probabilemnte. si porta dietro anche questa volta. Paura. Un po’, sì. E’un periodo dove la paura sale, si impossessa lentamente del mio corpo: mi laureo fra poco, le sofferenze sono finite, ma dopo cosa farò? Dove voglio andare, davvero, quando finirò questo ciclo della mia vita? Un ciclo di 6 anni nel quale sono cambiato parecchio, inevitabile dirlo, sciocco negarlo. Il ragazzo che nel 2015 iniziò ingenuamente questi studi è cresciuto, non tanto nella sua maturazione fisica o morale, quanto più nella sua coscienza, nella conoscenza del mondo e nella sua capacità di leggerlo, comprenderlo e muoversi al suo interno. In 5 anni, benchè passati principalmente dietro i libri, ho capito tante cose. Ho visto tante cose. Ed il risultato è che mi sembra di non sapere nulla del mondo, di essere ignorante, spaesato, fragile talvolta. Fragile, sì. E anche stanco di soffrire. Sono stanco di soffrire, avete capito bene. Stanchezza che mi porta a lanciarmi di meno in certe occasioni, non sentimentali, però alcune sociopolitiche sì. Sì? Ma davvero? Forse scrivo cose non del tutto vere. Perchè alla fine è vero che non mi tuffo con piacere -ma mi tutto quasi sempre- in avventure già sperimentate, dove già mi sono scottato con esiti deludenti. Ma soprattutto, quando un’avventura è nuova io mi ci tuffo sempre con voglia ed entusiasmo. Non diciamo stupidaggini, quindi. La voglia di provarci c’è sempre, ostinatamente. C’è stanchezza però. Fiacchezza. E, lo ammetto, una delusione trasversale che mi porta a dire “mi laure, mollo tutto e riparto da zero”. Il punto è che non so se ripartendo da zero andrò in meglio o in peggio. Ma forse questo discorso è meglio farlo domani, con calma, con un altro post, lasciando questo breve scritto a memoria del fatto che sono stanco, e che i miei pensieri, liberamente naviganti nella mia mente, talvolta trovano osrtacoli fisici -come questa orribile tastiera- per materializzarsi e fissarsi nel concreto. O forse no. Forse la voglia di scrivere supera tutto e mi tiene anchora legato a questa sedia scomoda. Chissà. A che penso? A lei, anche. E a cosa voglio fare della mia vta tra 15 giorni scarsi. Anzi, tra 12 giorni. Dai vado a letto, lascio questi pensieri al sole di domani -cioè oggi- mattina.

Una inedita pausa per questo settennale diario segreto (??) alle 01:11

ciao

non perderti, spirito mio. Resisti! Ciao ame stesso. Buonanotte

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